Juan D'Arienzo - Selección de Tangos (1935/1938 - la influencia de Rodolfo Biagi)

22 videos • 270 views • by Sergio Fasano "Mano Brujas" (soprannome di Rodolfo Biagi) debuttò con l'orchestra di Juan D'Arienzo il 31 Dicembre 1935 registrando il vals “Orillas del Plata”. L'ultima registrazione fu "Champagne Tango" del 22 Giugno 1938. Rodolfo Biagi collaborò con l’orchestra di Juan D’Arienzo dalla fine del 1935 alla metà del 1938. Meno di tre anni, ma sufficienti per rilanciare il Tango (che attraversava uno dei suoi momenti più critici) e riportare nelle milonghe enormi folle di ballerini inaugurando, di fatto, un decennio che oggi viene comunemente indicato come la “época de oro” del Tango. La prima sessione di registrazione avvenne il 31 Dicembre 1935. In questo giorno l’orchestra incise un vals strumentale ("Orillas del Plata") e un tango strumentale ("9 de Julio"). L'ultima sessione di registrazione risale al 22 Giugno 1938. In questa sessione l’orchestra registrò un tango strumentale (“Champagne tango”) ed uno cantato da Alberto Echagüe (“Pensalo Bien”). Gran parte delle incisioni dell’Orchestra di Juan D’Arienzo con Rodolfo Biagi sono strumentali. Poche incisioni furono realizzate con la voce di Enrique Carbel o Walter Cabral o Alberto Echagüe. Rodolfo Biagi fu un musicista con una grande tecnica e personalità. Seduto al pianoforte dell’orchestra di Juan D’Arienzo ne determinò lo stile inconfondibile che caratterizzerà indelebilmente l’orchestra anche quando, negli anni a venire, al pianoforte siederanno Juan Polito e Fulvio Salamanca. L’approccio pianistico di Biagi è facilmente riconoscibile: preciso, definito, nervoso, tutto volto a non lasciare dubbi ritmici al ballerino. Le note cortissime e staccate marcano tutti i 4 tempi della battuta, accentuando il primo ed il terzo tempo. Inconfondibili le sue “campanitas” che riempiono i vuoti lasciati dall’incedere ritmico del brano. Con Rodolfo Biagi, l’orchestra di Juan D’Arienzo si impose con uno stile marcato, più veloce (rispetto alle altre orchestre), monotono e musicalmente elementare, ma facilmente ballabile, in modo che anche coloro che conoscevano a malapena i rudimenti del ballo avrebbero potuto farlo, guidati da un ritmo contagioso. Lo stile non era molto adatto per l’ascoltatore, ma provocava una grande “vibrazione” per i ballerini. Gli strumenti suonavano all’unisono e si poteva distinguere solo il battito conduttivo del pianoforte. Buon ascolto!